Libia – Italia: quel corridoio di mare rosso sangue

Le Jardin de l'Afrique, da ilfattoquotidiano.it
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“Immigrati Lampedusa” by Vito Manzari is licensed under CC BY 2.0

In occasione dell’incontro del 31 Maggio tra Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh, primo ministro libico, e il Presidente del Consiglio Mario Draghi, si è riaccesa una discussione in realtà mai chiusa ma su cui era calato un gran silenzio: la questione dei morti in mare partiti dalla Libia. Il premier ha dichiarato: “𝐶𝑖 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑠𝑢𝑖 𝑡𝑒𝑚𝑖 𝑚𝑖𝑔𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑒 𝑢𝑚𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖, 𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑎𝑝𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑜𝑟𝑖𝑡𝑎̀ 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝐿𝑖𝑏𝑖𝑎 𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙’𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎. 𝐴𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑜 𝑖𝑛 𝑒𝑠𝑎𝑚𝑒 𝑖𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑖𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑖𝑏𝑖𝑐ℎ𝑒, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑒𝑟𝑖𝑑𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖, 𝑖𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑠𝑡𝑜 𝑎𝑙 𝑡𝑟𝑎𝑓𝑓𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑖 𝑢𝑚𝑎𝑛𝑖, 𝑙’𝑎𝑠𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑖 𝑟𝑖𝑓𝑢𝑔𝑖𝑎𝑡𝑖, 𝑖 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑖𝑑𝑜𝑖 𝑢𝑚𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖, 𝑒 𝑙𝑜 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑟𝑢𝑟𝑎𝑙𝑖”.

Nonostante gli incontri, i discorsi, le promesse, sono ancora tanti i migranti che perdono la vita mentre cercano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere la possibilità di una vita migliore scappando da guerra, fame e un paese in cui i diritti umani vengono violati in ogni modo possibile. Secondo l’ultimo rapporto UNICEF, in Libia sono più di 50 mila i bambini migranti e si stimano in 14 mila quelli rifugiati. Alcuni minori sono detenuti per motivi migratori e non hanno accesso a servizi essenziali quali l’acqua potabile, l’istruzione, i servizi igienici e l’assistenza sanitaria. Questi bambini, insieme ai loro genitori, zii, amici, per chi ha ancora la fortuna di non averli persi, sono soggetti a sfruttamento. Condizioni pessime in cui vivere e che, ovviamente, si sono ancora più aggravate con l’epidemia di Coronavirus che non ha risparmiato questi territori. Come se non bastasse, le agenzie ONU dichiarano che la loro assistenza è ormai negata all’interno dei campi di detenzione, i volontari non possono entrare e non è permesso loro fare nulla per garantire realmente alle persone i loro diritti.

Un pensiero per restituire ai migranti morti in mare, per lo più senza identità, un po’ di rispetto e dignità è stato l’inaugurazione di ieri 8 Giugno a Zarsis, nel sud della Libia, de Le Jardin de l’Afrique, un cimitero per coloro che sono annegati in quello che ormai è diventato il mare della morte. Rachid Koraïchi, l’artista che ha pensato e realizzato questo cimitero, ha dichiarato: “𝐼𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑟𝑒𝑔𝑎𝑙𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑒𝑚𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒, 𝑒𝑟𝑜𝑖 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑙𝑢𝑡𝑖, 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑖 𝑖𝑛 𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑂𝑐𝑐𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑓𝑟𝑢𝑡𝑡𝑎𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑖𝑛𝑔𝑒 𝑚𝑖𝑙𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑎 𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑖𝑛 𝑐𝑎𝑚𝑚𝑖𝑛𝑜”.Nel ringraziare Rachid per il suo contributo alla memoria dei migranti morti in mare, ci auguriamo che la situazione cambi, così che Le Jardin de l’Afrique possa diventare solo un monumento in ricordo di quei tanti che sono annegati nella speranza di una mano d’aiuto da quell’Occidente tanto desiderato.

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