12 giugno: giornata mondiale contro il lavoro minorile

Il 12 giugno ricorre la giornata mondiale contro il lavoro minorile, istituita a partire dal 2002 dall’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL). Il lavoro minorile priva i bambini della loro infanzia e dei loro anni di assoluta spensieratezza e- oltre che ledere la loro dignità- influisce negativamente sul loro sviluppo psico-fisico. Tra le cause scatenanti rientrano le condizioni di povertà, il contesto politico-economico dei paesi e l’impossibilità di garantire un’istruzione di qualità. Secondo le ultime stime dell’OIL (2020) sono presenti ben 152 milioni di bambini e adolescenti vittime di lavoro minorile e questo numero, secondo il direttore generale Guy Rider, potrebbe incrementare a causa dell’impatto della pandemia a livello globale, affermando che “la pandemia ha prodotto effetti catastrofici sul reddito delle famiglie. Senza misure di sostegno, molte di queste potrebbero dover ricorrere al lavoro minorile”.Si prospetta quindi uno scenario drammatico e anche la direttrice esecutiva dell’UNICEF Henrietta Fore fa previsioni sostenendo che “con l’aumento della povertà, la chiusura delle scuole e la limitata disponibilità di servizi sociali, un numero sempre maggiore di bambini viene spinto nella forza lavoro”. La diffusione della pandemia minaccia di conseguenza di far retrocedere i risultati positivi raggiunti negli anni tra il 2000 e il 2016, che avevano portato ad una riduzione del 38% del lavoro minorile (fonte:OIL). 

Il programma d’azione Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile include tra gli obiettivi l’eliminazione del lavoro minorile entro il 2025. Il raggiungimento di questo risultato appare ancora molto lontano, ma la speranza di un futuro migliore non deve svanire. Ciò che è fondamentale è continuare a non rimanere indifferenti a questi atti di assoluta crudeltà e di proseguire nella divulgazione di informazioni.

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